Lux e il folletto, atto II

Ci risiamo, ho appena avuto un altro incontro col folletto. Può darsi che si sia risentito per il fatto che la sera del 25 Aprile si è parlato di lui, e forse io non ho avuto abbastanza rispetto per lui e mi vuole punire per questo.
Questa volta il fatto si è verificato a Messina, e probabilmente si trattava di un personaggio diverso da quello con cui ho avuto a che fare la volta scorsa a Rocca. La sua modalità di apparizione è stata diversa.
Anche stavolta il fatto si è verificato di pomeriggio, probabilmente le presenze con cui ho a che fare preferiscono la luce per agire.
Avevo un po' di mal di gola ed ero un po' influenzato e raffreddato (e lo sono tuttora). Non mi sentivo in grado di mettermi a studiare, così mi sono messo a letto. Può darsi che il folletto abbia approfittato anche della mia temporanea debolezza per colpire!
All'inizio è stato tutto molto simile alla volta scorsa: avevo intenzione di alzarmi dal letto. Volevo andare a chiedere ad AnCiULiNa o ad AnCiULeddA se potevano gentilmente andare a comprare un termometro visto che quello che abbiamo in casa si è rotto. Ebbene, impossibile alzarmi, ero solo bloccato. Potevo solo guardare davanti a me la brandina chiusa con i vestiti di sopra, e sullo sfondo la luce che filtrava dalla finestra. Era davvero antipatico sentirsi bloccati dal folletto e nello stesso tempo influenzati e raffreddati. Questa volta, anzichè tentare di usare la diplomazia come la scorsa volta (non era servito a niente) ho cercato subito di combatterlo in modo aggressivo. Ho cercato di fare appello a tutte le mie forze per liberarmi dalla sua morsa, ma senza successo. Sentivo i miei muscoli contrarsi, mi sembrava che stessi davvero alzandomi dal letto, ma davanti a me vedevo la stessa immagine della brandina immobile, e sentivo una strana forza che mi teneva appiccicato al letto. Col passare dei secondi, ciò che era sogno si mescolava a ciò che era realtà. La porta della mia camera non si trovava più alla mia destra, ma alla mia sinistra e dietro la brandina. Tentai di urlare, e dalla mia bocca sentivo uscire le mie grida: "Angela! Angelaaaa!" Percepivo davvero il mio suono uscire dalla mia bocca. Sentivo confusamente che le Angele accorrevano nella mia camera, constatavano che io stavo dormendo e sognando, e se ne andavano senza far nulla. Le sentivo parlare fra loro, e io continuavo a urlare invano.
A un certo punto tentai di muovermi strisciando, per scendere dal letto. Sentii che cadevo dal letto, e il fotogramma che prima era immobile davanti a me cambiò, facendomi vedere sempre la brandina con i vestiti di sopra, ma da un'altra prospettiva. Continuavo a gridare, e nessuno si curava di me. Insieme alle voci delle Angele, sentivo anche la voce di mia zia, che sentendo le mie grida esclamava: "Dev'essere mio figlio che chiama!"
Poi il sogno finì, e mi accorsi che ciò che sembrava reale non lo era. L'unica cosa reale che vedevo davanti a me era quell'immagine della brandina chiusa investita dalla luce.
Mi alzai per andare a raccontare tutto ad AnCiULeddA, e constatai che era tutto finto, loro non avevano sentito le mie grida e non erano mai entrate nella mia stanza. Il folletto mi ha turlupinato alla grande, ma non finisce qui! La prossima volta proverò a fare qualcos'altro per sconfiggerlo!